Shiatsu & Cervicale

«C’Ho la Cervicale!»

Quante volte lo si sente ripetere in giro ormai… Avanti di questo passo, senza cervicale ti sentirai out!

Ma in realtà non significa nulla. Certo che hai la cervicale: sette vertebre, una sull’altra! Quanto al dolore che provi invece, dipende. Molteplici possono esserne i motivi, pure concomitanti.

Comunque sia, da esperto del settore, lasciatemi togliere subito un sassolino dalla scarpa. I dolori cervicali sono quelli che – più di altri – esprimono il disagio del nostro corpo al modo di vivere attuale: costante sedentarietà a fronte di attività sportiva eccessiva o scriteriata; troppo lavoro e ritmi frenetici; vano tentativo di controllare tutto/tutti; giudizio impietoso e corrosivo su se stessi o sugli altri… Procediamo con ordine, però.

Le Cause Possibili

Fra le più frequenti, annoveriamo

  1. Tensione alla muscolatura del collo (trapezio, scaleni), in genere dovuta a stress di vario genere (specie lavorativo) o cattive posture (stiamo troppo seduti, e male).
  2. Disturbi a livello di un’anca, che si riflettono sulla spalla controlaterale (destra su sinistra, o viceversa), e dunque sul collo. Disturbi ricorrenti a seguito di sport.
  3. Sublussazioni vertebrali (ossia, piccole dislocazioni delle vertebre rispetto alla loro posizione naturale) soventi in caso di traumi.
  4. Problemi alla bassa schiena (cioè, alle vertebre lombari) e/o al bacino, che trovano un compenso proprio a livello del collo. Diffusissimi a causa delle cattive abitudini nello spostar pesi.
  5. Fibrotizzazione (indurimento) delle meningi spinali, tipica in colpi di frusta, o in vissuti emotivi particolarmente pesanti.
  6. Nessuna particolare alterazione strutturale. Qui la causa va ricercata altrove, nelle credenze, fissazioni e pensieri ricorrenti della persona. In tale contesto gioca un ruolo pesante l’abitudine a controllare la vita propria e altrui, cosiccome a giudicare in negativo individui, cose e situazioni.

E i Possibili Interventi

  • Nel caso sub 1, nessuno ci leva di stimolare con la pressione il Meridiano di Cistifellea, specie nel suo decorso ai lati del collo, nonché lungo la faccia esterna degli arti inferiori. Ciò perché tale Meridiano non solo controlla nell’insieme muscoli, tendini e articolazioni, ma anche regola i ritmi sonno/veglia, sforzo/recupero, come pure ogni attività di organizzazione, programmazione, giudizio (insomma, la gestione dello stress appunto). E ce la dovremmo sfangare con poco…
  • Nei casi sub 2, 3 e 4 si comincia invece a sudare: urge un’analisi posturale del Cliente, a cui di necessità segue dapprima il trattamento del Meridiano di Vescica (sia su collo e dorso ai lati della colonna, sia sull’osso sacro, sia sulla faccia posteriore degli arti inferiori), eppoi gli opportuni stiramenti per fissare il lavoro sul Meridiano stesso. Vescica, infatti, è il primo Meridiano chiamato a regolare globalmente la postura.

Qua – peraltro – si dovrebbe aprire una lunga parentesi per spiegare meglio le righe precedenti, parentesi che magari sarà oggetto di un prossimo articolo. Ciò che possiamo qui accennare è che pressione e stiramento vanno a braccetto: l’una rinforza l’altro, rendendo il Trattamento stabile.

  • Il caso sub 5 porge l’intervento sulla linea mediana del corpo, lungo i decorsi dei Meridiani Vaso Governatore (posteriormente) e Vaso Concezione (anteriormente). A concludere, trazione prolungata dell’occipite verso l’alto. Anche qui, pressione e trazione vanno di pari passo. Infatti, la fibrotizzazione accorcia le meningi spinali, determinando un incassamento – lieve eppure molto doloroso – del capo sulle spalle. La faccenda si fa tosta, se si considera che, non di rado, pesca in tematiche antiche del Cliente, risalenti all’infanzia o – addirittura – alla sua vita prenatale.
  • Il caso sub 6 è la bestia nera: nessun Operatore lo affronta così volentieri. Perché è dato dalla stratificazione dei vissuti della persona. Dunque, una faccenda molto intima, sfuggente e per nulla incline a volersi modificare con facilità. Più degli altri casi presenta un’intelligenza propria autonoma e forte, con cui l’Operatore deve trovare il modo d’interfacciarsi, pena nessun risultato. Di nuovo occorrerebbe aprire una vasta parentesi; però, motivi di spazio non ce lo consentono. Diciamo comunque che è il classico disturbo che “decide di testa sua” come rispondere, non solo alle stimolazioni che riceve, ma pure a chi tali stimolazioni porta. Insomma, se da un canto nessun protocollo di lavoro precostituito funzionerà granché, dall’altro l’Operatore non è affatto neutrale nel processo.

Solo un’accurata valutazione energetica potrà indicare la strada da seguire. E soltanto la Simbologia potrà offrire la chiave di lettura giusta circa la valutazione energetica stessa. (Una terza parentesi si aprirebbe subito con facilità…). Non ci si potrà cioè accontentare di una strategia di base: individuo i due Meridiani alterati (quello sovraccarico e quello sottocarico) all’interno del sistema dei Meridiani Principali; quindi, scarico il primo a favore del secondo con le opportune pressioni. Piuttosto, occorrerà scavare fra i sistemi meridianici più profondi (Straordinari, Divergenti, Quattro Oceani, etc.) per individuare a che livello si situa il vero squilibrio. Eppoi inquadrare la situazione grazie al significato simbolico del collo. Le cervicali, infatti, costituiscono il tratto più mobile di tutto il rachide, giacché debbono garantire al capo la più ampia libertà di movimento, così consentendo a vista, udito e olfatto di espletare al meglio la propria funzione: relazionarsi con l’ambiente esterno. Perciò, i disturbi al collo significano spessissimo problemi di relazione con il mondo.

Concludendo

Vale appena aggiungere due cose. E ancora si aprirebbe, non una parentesi tonda, ma una quadra e quindi una graffa.

Ciò che nello specifico contraddistingue lo Shiatsu rispetto ad altre metodiche è il lavoro pressorio (e di stiramento) lungo i Meridiani. Poiché ciascun Meridiano impatta contemporaneamente specifiche funzioni, sia fisiche, sia emotive, sia mentali, stimolarlo significa parlare la stessa lingua del nostro organismo vivente, il quale, nel suo funzionamento, non isola affatto la Mente da una parte, il Cuore da un’altra e il Corpo da una terza ancora: ogni elemento dei tre condiziona (ed è condizionato) dagli altri due. Tale è l’assunto olistico, tale l’evidenza dei fatti, tale dovrebbe essere qualsiasi intervento “terapeutico”.

La pressione profonda, ripetuta e ritmata, inoltre, porta il Cliente ad un ascolto di sé altrettanto calmo e profondo, finanche ipnotico, giacché – essendo un’esperienza tattile – coinvolge di necessità l’Inconscio. L’autoguarigione, che le pressioni innescano, parte proprio dall’Inconscio, senza cui nessuna questione – vuoi fisica, vuoi emotiva, vuoi mentale – può dirsi davvero affrontata.

Queste due componenti rappresentano la vera forza dello Shiatsu, che sostiene ogni singola strategia di lavoro, permettendo di conseguire risultati concreti e duraturi.

Provare per credere! (Eppoi diffondere sui Social con un bel «Mi Piace!»).